Gelato come sostituto del pasto si o no?

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A base di creme, frutta, artigianale, industriale, con panna o senza, il gelato ha mille sfumature ed è il re dell’estate, piace proprio a tutti, grandi e piccini.

Ma possiamo sostituire un pasto con questo alimento?

Vediamo prima di tutto da cosa è composto un gelato e quali sono i suoi valori nutrizionali:

come vedete dall’immagine in basso ho messo a confronto un cono con tre gusti a base di creme artigianali (crema pasticcera, cioccolato e pistacchio) e panna montata, con un piatto di pasta al tonno, un’insalata mista e un cucchiaio di olio extra vergine di oliva come condimento.

Il quantitativo calorico è quasi uguale come anche il contenuto di grassi e dei carboidrati totali, cambia il valore delle proteine e delle fibre che sono maggiori nel pasto in basso.

Ormai sappiamo tutti che i carboidrati si suddividono in complessi e semplici (zuccheri) e se leggete bene, tra i valori

salta subito all’occhio la quantità degli zuccheri, che nel gelato è nettamente più alto.

Quindi, ok che il gelato è nutriente, e di facile digestione ma è pur sempre ricco di zuccheri, a mio parere non può essere considerato un vero e proprio pasto sano.

Secondo l’OMS in una dieta sana il quantitativo di zuccheri deve essere inferiore al 10% nel totale calorico giornaliero.

Prendiamo come esempio un uomo sedentario che consuma 2300 kcal al giorno, e una donna sedentaria che ne consuma 1700.

L’uomo potrà assumere al massimo 57 g di zuccheri, la donna 42 g.

In questo caso con il gelato che ne contiene 37g abbiamo quasi raggiunto la quota di zuccheri consentita.

Quando nel nostro corpo vengono inseriti degli zuccheri o comunque degli alimenti che hanno un elevato quantitativo di zuccheri la glicemia subisce un brusco innalzamento.

l’insulina viene rilasciata dal pancreas in una notevole quantità causando un altrettanto brusca diminuzione della glicemia.

In questo caso la fame sopraggiungerà prima del previsto, come potete vedere dal grafico a destra.

Adesso non dico che si deve eliminare il gelato dalla dieta, è giusto inserire tutto all’interno del nostro piano alimentare cercando di renderlo equilibrato e vario.

Se dovesse capitare, ad esempio, che vi trovate al mare e preferite pranzare con un gelato invece di mangiare un piatto di pasta va bene, non succede nulla.

Ma non deve diventare un’abitudine poiché come abbiamo visto prima, il gelato che sia alla frutta o a base di creme o artigianale o industriale è ricco di zuccheri.

Se volete mangiare un buon gelato vi consiglio di scegliere una gelateria artigianale che utilizzi al meglio le materie prime e che non faccia uso di additivi o aromi artificiali. E il gelato come spuntino? Va bene, ma una volta ogni tanto senza esagerare con le quantità, cercando di rispettare il proprio consumo calorico giornaliero.

Per essere ancora più sicuri di mangiare un gelato sano e genuino e senza zuccheri aggiunti potete prepararlo a casa con la gelatiera.

Non avete la gelatiera? Va benissimo il frullatore, potete usare la frutta che volete con il latte o lo yogurt, l’importante che gli ingredienti siano congelati prima di frullarli insieme.

Si taglia a piccoli pezzetti la frutta e si congela subito, poi fate la stessa cosa con il latte o lo yogurt inseriti nelle formine per il ghiaccio.

Tirare fuori dal freezer la frutta congelata 5 minuti prima e frullarla insieme al latte o lo yogurt congelati.

Una volta che gli ingredienti si sono amalgamati per bene il gelato è pronto per essere gustato!

MA COME E’ NATO IL GELATO? VEDIAMO UN PO’ DI STORIA…

Attribuirgli una paternità certa non è semplice. C’è chi sostiene che gli antenati provengano dai contesti più diversi, addirittura dalla Bibbia: Isacco offre ad Abramo latte di capra misto a neve: uno dei primi mangia e bevi della storia (cit.).

Delle prime civiltà conosciamo infatti l’uso delle cosiddette “neviere”, locali esistenti fino alla fine XIX secolo adibiti alla conservazione della neve per ottenere ghiaccio.

Nell’antico mondo egizio, ad esempio, già nel II millennio a.C. apprezzava delle bevande fredde in cui si fondeva il ghiaccio tritato e la frutta cotta.

La Roma imperiale, invece, arricchiva con miele la stessa preparazione. Anche gli arabi non erano estranei ai dolci freddi.

Il sorbetto, infatti, è una delle molte influenze con cui la cultura islamica arricchì l’Italia medievale: deve il proprio nome alla radice della parola araba sharab, che letteralmente indica il bere ed il sorbire.

A metà del 500 ci fu la svolta nella lavorazione del gelato grazie alle ricerche di Bernard Buontalenti, architetto, scultore e pittore fiorentino, che aveva la passione per la cucina, fu incaricato di preparare suntuosi banchetti per ospiti italiani e stranieri, dove ebbe la possibilità di presentare i suoi favolosi dolci ghiacciati nati da elaborazioni personali.

Questi gustosi dessert erano a base di zabaione e frutta, ed ebbero un successo strepitoso, dando origine alla famosa “crema fiorentina” o “gelato buontalenti” che ancora oggi si può gustare nelle gelaterie fiorentine.

Bisognerà attendere la fine del Seicento per trovare la prima canonizzazione della ricetta del gelato, ad opera di Francesco Procopio dei Coltelli, un siciliano presto espatriato in Francia che fondò uno dei primi caffè della città, il caffè Procope.

Procopio offriva le cosiddette “acque fredde” o “acque gelate”, cioè le granite, e nel proprio menù parla già di un “gelato al succo di limone”, più verosimilmente un sorbetto.

Il cono gelato vero e proprio nasce però negli Stati Uniti, a New York, molto tempo dopo: nel 1903, infatti, il cuoco italiano Italo Marchioni deposita il brevetto delle prime coppette in cialda.

Il gelato è ancora fatto manualmente: versando il composto in un contenitore attorno a cui viene distribuito ghiaccio e sale, per abbassare ulteriormente la temperatura, girando di continuo con una manovella fino ad ottenere un rassodamento.

Sarà il bolognese Otello Cattabriga a perfezionare la prima gelatiera elettrica, divenuta poi la base delle moderne macchine da gelato.

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