Scopri perché parlare di perdita di peso o dimagrimento non è la stessa cosa
Dimagrire e perdere peso sembrano due sinonimi ma in realtà non lo sono; in questo articolo vi spiegherò il perché.
Quante volte ripeto ai miei pazienti che quel numero che vedono sulla loro bilancia dice tutto ma non dice niente! Sì, il peso è diminuito, ma dove è scritto che abbiamo perso solo grasso? Viceversa, se il peso è salito, siamo sicuri che abbiamo acquistato solo grasso?
Il nostro corpo è composto prevalentemente da: liquidi, massa muscolare, massa grassa e ossa.
Le normali bilance misurano solamente la perdita o l’aumento di peso complessivo senza fare distinzione tra i vari compartimenti.
Facciamo un po’ di chiarezza:
1. FATTORI CHE INFLUISCONO SUL NOSTRO PESO CORPOREO
2. STRUMENTI CHE ANALIZZANO LA COMPOSIZIONE CORPOREA
3. QUAL E’ IL SEGRETO PER DIMAGRIRE? NON ESISTE!
4. PERDITA DI PESO INVOLONTARIA: QUANDO PREOCCUPARSI
FATTORI E CONDIZIONI CHE INFLUISCONO SUL NOSTRO PESO CORPOREO
Il peso corporeo non è mai stabile ma oscilla ogni giorno e in ogni momento della giornata. Avete mai fatto caso che al mattino il vostro peso è più basso rispetto alla sera?
Le variazioni di peso sono influenzate da diversi fattori e condizioni:
- Sindrome premestruale: Per le donne in età fertile le oscillazioni di peso sono all’ordine del giorno, anzi del mese, a causa del ciclo mestruale. E’ abbastanza comune nelle donne pesare qualche chilo in più in questo periodo. In realtà quello che influisce non è il grasso ma la ritenzione idrica. La responsabilità è soprattutto del picco di estrogeni durante l’ultima parte del ciclo mestruale, appena prima del flusso. In questo periodo aumenta anche la fame, soprattutto di dolci ed alimenti a base di carboidrati, cibi che favoriscono la ritenzione idrica e i chili di troppo.
- Eccesso di cortisolo: Il cortisolo determina un continuo afflusso di zuccheri nel sangue; questo significa che, finché sono disponibili gli zuccheri, il nostro corpo non andrà mai ad attingere energie dal tessuto adiposo, anzi andrà a trasformare quest’eccesso di zucchero in un’ulteriore riserva di grasso. L’eccesso di cortisolo determina l’aumento del grasso viscerale a livello dell’addome (il più pericoloso per la salute, soprattutto per quella del cuore) ed incide fortemente sulla difficoltà a dimagrire. Nelle donne l’azione negativa del cortisolo, associata a una prevalenza di estrogeni rispetto al progesterone, può maggiormente predisporre a ritenzione idrica e cellulite.
- Mancanza di sonno: Il sonno aiuta a regolare gli ormoni della fame (grelina) e della sazietà (leptina). Quando non si dorme a sufficienza il livello di grelina aumenta, mentre il livello di leptina si riduce, finendo per disturbare i segnali della fame e della sazietà. In base agli studi, le persone che non dormono a sufficienza avrebbero la tendenza a mangiare alimenti con una maggiore densità calorica, e ad assumere tra le 200 e le 600 calorie in più al giorno. In effetti quando ci si sente stanchi si è anche meno propensi a cucinare, e si preferisce ripiegare su alimenti preparati industrialmente o su piatti pronti.
- Ritenzione idrica: Si tratta di un ristagno idrico, che può essere temporaneo o più duraturo, causato ad esempio da un eccesso di sale o da un elevato consumo di zuccheri e carboidrati o che può verificarsi in seguito ad un pasto molto abbondante o durante la sindrome premestruale. L’acqua che si accumula provoca un aumento di peso.
- Sudorazione: Al contrario della ritenzione idrica, in questo caso si ha una perdita di liquidi, ad esempio, durante i periodi più caldi o in seguito alla pratica di un’attività sportiva. Scommetto che, almeno una volta, avete provato a pesarvi dopo aver fatto un’ora di corsa o di palestra gioendo alla vista di quel numero sulla bilancia. Convinti che fosse del grasso in meno, e invece non è così! È solo acqua che avete perso. Pesarsi dopo l’attività fisica può essere utile solo per valutare il vostro stato di disidratazione e conoscere la quantità di acqua che avete perso, per poterla integrare successivamente.
- Eccesso calorico: Un’ingestione di calorie maggiore rispetto al vostro fabbisogno, nel lungo periodo, può provocare un aumento di peso. Le calorie in più vengono trasformate in grasso e accumulate nel tessuto adiposo determinando, appunto, un aumento di peso. L’accumulo di grasso, però, non è immediato, quindi, se vi capita ogni tanto di fare un pasto più abbondante non preoccupatevi se vedete la tacchetta della bilancia spostata in avanti. In questo caso l’aumento di peso è dato solamente dallo stomaco pieno o dall’intestino pieno e da una ritenzione idrica momentanea, non dal grasso!
- Consumo eccessivo di bevande alcoliche: L’alcol non è di certo acqua fresca, ma porta ad un bilancio energetico positivo. Più alcool ingeriamo più calorie stiamo introducendo: 1g di alcol apporta circa 7kcal e nel nostro organismo va a depositarsi nel tessuto adiposo.
- Intestino pieno
- Vescica piena
- Alcune patologie (ipotiroidismo, sindrome di Cushing, morbo di Hashimoto, preeclampsia)
COME VALUTARE LA COMPOSIZIONE CORPOREA: GLI STRUMENTI DISPONIBILI
La bilancia di casa, da sola, non è in grado di aiutarci poiché quello che ci fa vedere è solo un numero. Ma cosa rappresenta questo numero? Per rispondere a questa domanda devono entrare in gioco altri strumenti più precisi che possono distinguere i vari compartimenti corporei e definirne le percentuali.
- Plicometria: Si tratta di una metodica per stimare la percentuale di tessuto adiposo attraverso uno strumento ben preciso, il plicometro. Questo strumento può essere paragonato al calibro di un meccanico in quanto è costituito essenzialmente da una pinza e da una scala graduata che misura la distanza tra le punte. Attraverso il plicometro si misurano le pliche corporee, in determinati punti di repere. Con i dati raccolti e specifiche equazioni è possibile calcolare la percentuale di grasso corporeo. Esistono diversi fattori che possono influenzare un’analisi plicometrica come il sesso, l’età, l’etnia e la condizione fisica (soggetti obesi o troppo magri)
- Bioimpedenza-BIA: La bioimpedenziometria è la più innovativa tra le tecniche “non invasive” di valutazione della composizione corporea e della distribuzione dei fluidi corporei. È un esame di tipo bioelettrico, rapido e non invasivo, che utilizza un’apparecchiatura elettronica ed un sofisticato software. La bioimpedenziometria si esegue ponendo due elettrodi sul dorso della mano e due elettrodi sul dorso del piede; gli elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di misurazione. Avviato lo strumento si immette una corrente elettrica alternata, non invasiva, a bassissima intensità e ad alta frequenza, veicolata attraverso gli elettrodi. Tale corrente, viaggiando lungo tutto il corpo, incontrerà differenti resistenze in base alla diversa composizione dei tessuti corporei. I tessuti non grassi contengono acqua ed elettroliti e quindi offrono una minore resistenza alla trasmissione della corrente elettrica: in particolare, l’acqua è un ottimo conduttore di corrente elettrica. Al contrario la massa grassa (così come le ossa), è una cattiva conduttrice di elettricità. La diversa composizione in massa magra e muscolare, massa grassa e acqua corporea può essere valutata misurando il tempo di conduzione elettrica dagli elettrodi della mano a quelli del piede.
- DEXA: E’ uno strumento che, nella maggior parte dei casi, viene utilizzato per la misurazione della densità ossea ma che permette anche di valutare, con precisione, la composizione corporea e quindi le percentuali di massa magra e massa grassa. La Dexa utilizza un fascio di raggi X a bassa intensità, senza rischi per il paziente e per l’operatore.
QUAL E’ IL SEGRETO PER DIMAGRIRE? IL RAPPORTO TRA CALORIE INTRODOTTE E CONSUMATE
Non c’è nessun segreto per dimagrire; la cosa principale è il quantitativo totale di calorie introdotte nel corso della giornata. Se quest’ultimo risulterà inferiore rispetto alle calorie consumate nelle 24 ore ecco che si registrerà un progressivo calo del peso corporeo.
Per evitare che ci sia un calo della massa magra, e quindi muscolare, a scapito della massa grassa è fondamentale che i nutrienti siano ben bilanciati in base alle proprie necessità.
L’attività fisica, ad esempio, aiuta molto nel mantenimento della massa muscolare e nel dimagrimento, con riduzione della massa grassa.
Il consumo energetico, però, non è dato solo dall’attività sportiva, ma anche da altri tre fattori molto importanti:
- metabolismo basale: si riferisce alle calorie che il nostro organismo brucia per sostenere le funzionalità vitali in uno stato di completo riposo;
- TID (termogenesi indotta dalla dieta): sono le calorie impiegate per digerire tutto ciò che mangiamo;
- NEAT (non exercise activity thermogenesis): sono tutte le calorie che consumiamo per svolgere le attività quotidiane che non siano sport.
La strada vincente è quella di adottare uno stile di vita sano senza avvalersi di diete estreme o attività fisica troppo intensa, che nel lungo periodo possono essere dannose per l’organismo.
Svolgere un’attività sportiva con una frequenza di tre volte alla settimana permetterà di poter mangiare senza troppe rinunce e di ottenere dei buoni risultati.
Le diete troppo drastiche sicuramente faranno perdere peso in poco tempo ma, come risultato avremo sicuramente una massa magra ridotta, con della pelle cadente al seguito.
Si avranno poi difficoltà nel sostenere tale regime per lunghi periodi rischiando di cadere nelle abbuffate, e quindi di riprendere nuovamente tutti i chili persi, con gli interessi.
Per avere risultati concreti e duraturi è necessario rivolgersi sempre ad una figura professionale, che vi guidi verso un percorso idoneo alle vostre caratteristiche ed esigenze.
PERDITA DI PESO INVOLONTARIA: QUANDO BISOGNA INIZIARE A PREOCCUPARSI
Per perdita di peso involontaria si intende un calo ponderale che si verifica quando un soggetto non è a dieta o comunque non sta cercando di dimagrire.
Una condizione che può allarmare è una perdita di 4-5kg, circa il 5% del peso corporeo, in poco tempo e senza modificare il proprio stile di vita e le calorie introdotte nella giornata.
La perdita di peso si verifica quando vengono consumate più calorie di quante ne vengono assunte. Disturbi che aumentano il consumo o diminuiscono l’assorbimento tendono ad aumentare l’appetito e, di conseguenza, il peso. Al contrario, invece, un apporto calorico insufficiente o una diminuzione dell’appetito determinano una perdita di peso. Talvolta, sono coinvolti diversi meccanismi. Per esempio, il cancro tende a diminuire l’appetito, ma aumenta anche il dispendio calorico basale.
Con l’aumento dell’appetito, le cause più comuni non riconosciute di un calo di peso involontario sono:
- Iperattività tiroidea
- Diabete incontrollato
- Disturbi che causano malassorbimento (come la celiachia)
Con la riduzione dell’appetito, le cause più comuni non riconosciute di un calo ponderale involontario sono:
Ci sono dei segnali d’allarme a cui bisogna fare caso se si dovesse riscontrare un calo ponderale involontario, e in caso contattare un medico per approfondimenti: