CONOSCIAMO IL CACHI O KAKI

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Questo frutto deriva da una delle più antiche piante da frutto coltivate dall’uomo.

Ha avuto origine in Cina per poi diffondersi dalla Corea fino al Giappone dove è anche conosciuto come “Loto del Giappone”.

La pianta di kaki si è poi diffusa in Europa e America a metà del diciannovesimo secolo.

In Italia l’albero di kaki è coltivato soprattutto in Campania, Romagna, Veneto e Sicilia; le varietà più diffuse sono Loto di Romagna, Vaniglia della Campania, Fuyu, Kawabata, Suruga; una delle più note, anche all’estero, tanto che viene largamente esportato, è la varietà siciliana di Misilmeri.

Il frutto si raccoglie tra ottobre e novembre; si presenta di un colore arancione acceso, da cui la denominazione dell’omonimo colore, e la varietà di kaki più diffusa è contraddistinta da una polpa molto cremosa, mentre la variante vaniglia è più compatta.

Questo frutto ha un’elevata quantità di zuccheri e proprio per questo è sconsigliato per chi è obeso o per chi soffre di diabete ma in compenso ha un elevato contenuto di Vitamina C, betacarotene e sali minerali come il potassio.

Possiede proprietà lassative quando è maturo (da acerbo si ha invece l’effetto contrario), diuretiche e depurative per il fegato.

Il kaki è un ottimo frutto sia per i bambini che per gli sportivi grazie alle sue capacità energizzanti.

VALORI NUTRIZIONALI

Il kaki contiene 65 kcal per 100g, è composto per l’80% da acqua, contiene il 18% di zuccheri, ha basse percentuali di grassi e proteine (rispettivamente 0,40% e 0,80%) mentre presenta un 2,5% di fibre.

COME UTILIZZARLI IN CUCINA

Il cachi è un frutto che va consumato a maturazione completa perché il gusto astringente per il palato o anche detto allappato, dovuto alla presenza di buone quantità di tannini, lo renderebbe quasi immangiabile.

I kaki sono ottimi se mangiati freschi, gustando la polpa con un cucchiaio oppure aggiunti a frullati o centrifughe e inoltre la consistenza gelatinosa li rende gli ingredienti ideali per la preparazione di budini, marmellate, creme e dolci.

CURIOSITA’

Il cachi è comunemente chiamato in dialetto napoletano legnasanta, l’origine del nome sta nel fatto che è possibile, una volta aperto il frutto, scorgere al suo interno una caratteristica immagine del Cristo in croce.

In Sicilia, invece, si considerava sacro il seme, in quanto esso, spaccato a metà, mostra il germoglio della nuova piantina, che assomiglia a una mano bianco-diafana, ritenuta la manuzza di Maria o dâ Virgini.

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